LA PALESTINA: La terra di Gesù
LA PALESTINA: La terra di Gesù
Al tempo di Gesù la Palestina faceva parte dell'impero di Roma, e precisamente della provincia di Siria. Pompeo la conquistò nel 63 aC., poi Roma affidò il governo a un amico fidato: Erode il Grande, che fu re dal 37 al 4 aC. Dopo la morte di Erode il Grande la Palestina era divisa amministrativamente in quattro zone (tetrarchie):
GIUDEA, SAMARIA e IDUMEA, dopo la breve reggenza di Archelào (4 aC.-6 dC.) passarono sotto il controllo diretto del procuratore romano, alle dipendenze del legato imperiale di Siria.
GALILEA e PEREA governate da Erode Antìpa.
ITUREA e TRACONITIDE governate da (Erode-)Filippo.
DECAPOLI (dieci città) in relativa autonomia.
Per gli ebrei la Palestina rappresentava la "terra promessa" da Dio al patriarca Abramo e ai suoi discendenti.
Purtroppo su quella piccola lingua di terra strategicamente tanto importante - era il passaggio obbligato tra i grandi imperi dell'antichità - dominarono egiziani, assiri, babilonesi, persiani, greci, romani.
Il governo civile e culturale era lasciato in mano agli Ebrei e la “pax romana” (= pace romana) consentiva loro una certa autonomia. La religione ebraica godeva del particolare statuto di “religio licita” (= religione ammessa) nell’Impero Romano: per questo gli Ebrei erano esentati dal rendere omaggio religioso all’Imperatore e alle divinità dell’Impero.
Al tempo di Gesù l’istituzione più importante era il Sinedrio (= assemblea, consiglio) che aveva a capo il Sommo Sacerdote; era formato da 71 membri scelti tra gli Anziani.
Il Sinedrio aveva il compito di amministrare la vita religiosa, giuridica ed economica degli Ebrei.